…A mmia mi ‘nsignaru sempri: ”Nun ci ‘nsignari la strata ‘a l’orbi!”… … A me hanno sempre insegnato: “A chi è cieco, non indicare la strada” … Questa frase mi è rimasta impressa. Un giorno raccontando ad un agricoltore il funzionamento del Consorzio, di come lavoriamo e di come per noi sia importante raccontare e diffondere il nostro “modo di fare commercio”, tra lo stupore e l’incredulità, con un sorriso, mi rispose con queste parole, che da allora ripeto spesso quando voglio spiegare cosa sono LeGallineFelici in Sicilia.
Chi ha avuto un insegnamento diverso nella propria vita? A chi (salvo forse pochissimi fortunati tra noi) non è stato sempre inculcato il concetto di “tieniti questa idea per te che ce la possono rubare”, oppure “mi raccomando, non dirlo a nessuno che con questa sbaragliamo la concorrenza” …
La Concorrenza. Come se si trattasse di un concetto astratto, inanimato, non di persone. O magari proprio di persone, e quello che ci insegnano è di godere non tanto del nostro benessere in valore assoluto, ma di quanto questo valga in funzione del benessere di chi ci circonda.
Ed in una terra dove c’è poco, e da quando nasci ti raccontano del Mezzogiorno arretrato, del “Eh, ma qui in Sicilia le cooperative non funzionano, si gioca sempre a futticumpagnu” (trad. frega il tuo socio, immagino la traduzione letterale si intuisca…) questo concetto si esaspera, ed i pochi che riescono lo fanno da soli. In Sicilia si ricordano più i grandi nomi che le grandi imprese. In questo contesto nascono le Galline, ed è questo il contesto che provano a sgretolare, un pezzettino alla volta, un socio dopo l’altro, un orbu appressu all’autru! (trad. un cieco dopo l’altro).
Fulvio Roiter Sicilia, sulla strada Gela - Niscemi, 1953. Fulvio Roiter Che poi “orbi” non lo sono mai. Chi si avvicina al Consorzio ha già fatto un percorso personale di riconversione, della sua azienda, del modo di produrre cibo e di come offrirlo ai consumatori. Ma lo ha fatto sempre da solo, incredulo che ci fossero altri agricoltori come lui o lei che lavorassero come “cooperativa”, o come Consorzio nel nostro caso, e lo facessero senza futtiri a nnuddu (nessuno). Calogero, o Gero, un amico dei tempi dell’Università, è uno di questi:
L'azienda familiare è nata con mio Nonno (anche lui!) Calogero ed è stata tramandata alle successive generazioni, così come la passione per l’agricoltura. Oggi, io ed i miei fratelli, con il grande supporto di Santo, nostro padre, ci occupiamo dell’agrumeto o, meglio, ci prendiamo cura di un pezzo di mondo. Non sarà nostro in eterno, non lo è nemmeno adesso, siamo “solo” dei Custodi. Con questa visione, stravolgo l’idea di azienda e soprattutto la sua gestione. Non più azioni al fine di massimizzare la produzione, ma azioni armoniche al benessere dell’agroecosistema. Raggiunto, o quanto meno sviluppato in parte, un certo equilibrio ecosistemico, ha fatto seguito la divulgazione verso il cliente. È stato difficile raggiungere le persone, ed è difficile farlo da soli. Non si hanno i mezzi, a volte mancano anche le idee, e ci sono voluti anni per creare una rete fidelizzata che apprezzasse e condividesse gli stessi principi. Poi, un giorno ho scoperto le Galline Felici, grazie ad una Gallina, e sono venuto a conoscenza di una realtà in cui ho ritrovato tutto ciò che stavamo costruendo, con la presenza di una grande famiglia, la galassia, unita da ideali e principi, con il grandioso effetto collaterale del giusto riconoscimento, non solo economico, nei confronti dell’agricoltura. Mi ha subito colpito! è sempre più raro trovare situazioni in cui non sia il denaro al centro di tutto. È sempre bello fare scoperte del genere. Ho conosciuto molti soci del Consorzio, ho approfondito la conoscenza delle loro realtà, riscontrando lo stesso entusiasmo mio e dei miei fratelli. C’è stato bisogno di una lunga riflessione. Da soli, con i mille sforzi, o con il Consorzio, che rispecchia e mette già in pratica da anni quanto fatto fino ad ora? Abbiamo deciso pertanto di aderire, iniziando come fornitori, come pulcini. Non ci siamo sentiti più da soli. E’ bello sapere che i nostri frutti arrivano al consumatore con la stessa cura che abbiamo sempre avuto noi con la vendita diretta. Colui che mangia sa bene cosa c’è dietro quel frutto, sa anche chi siamo e quale sia la nostra realtà aziendale. Non potevamo chiedere di meglio.
Calogero insieme alla sua famiglia
Questo insieme, oltre a vivere e lavorare nel massimo rispetto dell’ambiente, sta permettendo a molti produttori di continuare nel mondo dell’agricoltura, ad evitare che le terre vengano abbandonate. Ho avuto anche modo di partecipare ad alcune attività in giro per l’Italia, per trovare ulteriore conferma che il Consorzio non è un’entità che vende prodotti, bensì una piccola parte della famiglia di cui fanno parte anche, o soprattutto, i consumatori. Ho visto come l’unione riesce a superare ostacoli e difficoltà che da soli sembrano insormontabili. Ho visto come questa unione non si sia chiusa su se stessa, ma continui ad evolversi, a ramificare ed accrescere la propria rete. Fare rete. Alla fine, era sufficiente far un po’ più attenzione alla natura che ci circonda.
Gero, da quest’anno, è un nuovo socio del Consorzio. Come scrivevo prima lo conosco dai tempi dell’Università, e già da allora lo stimavo come persona e come agricoltore (la sua tesi “convertiva” integralmente la gestione del suo agrumeto concependolo come “agroecosistema”). Quando si è deciso di proporre nuovi produttori, ho subito pensato a lui, insieme agli altri.
Come lui anche altre aziende sono entrate a far parte della nostra "galassia" o ne entreranno a far parte da gennaio del prossimo anno: Tuccio e Renato Battaglia, Vincenzo e Antonio Livoti, Michele Puglisi, Giuseppina Foti, Giuseppe Marafioti, Daniele Mazzotta, Clelia Iemma ed Enza Balsamo, Salvatore e Angelo Scrofani. Dal 2023 lo saranno anche Valeria Iovino e Rina Milana e Veronica Cupane. Ci piacerebbe che trovaste il tempo di leggere e conoscere più da vicino tutti i nostri produttori e scoprire quanto amore e quanta passione c'è dietro il lavoro degli agricoltori.
A noi continuano a girare in testa le solite domande: Crescere? Decrescere? Gemmare? Fermarsi? Non accettare più ne soci nuovi ne consum’attori nuovi?
...e probabilmente resteranno irrisolte ancora per molto, perché se da un lato siamo ormai consapevoli che “la crescita indeterminata non è sostenibile”, potrebbe essere, e dico potrebbe, che forse è l’idea di crescita come la conosciamo che non funziona, e non è tanto un problema di dimensioni, ma di contenuti.
Un caro abbraccio a tutte e a tuttiMico Purtroppo nell'elenco pecedente manca Pietro Cunsolo, un caro amico che ha supportato la nascita delle Galline ancora prima che queste avessero un nome, e che per una serie di ragioni non era ancora diventato socio. Ci ha lasciato improvvisamente questo autunno, poco dopo che la sua richiesta di associarsi fosse stata, ovviamente, accettata. Ciao Pietro, grazie di cuore.
Pietro Cunsolo |