Bagol’Area nasce da un Progetto di recupero del territorio ma diventa quasi da subito un nuovo stile di vita che ruota intorno ad un’Azienda Agricola e alle attività ad essa connesse; dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta fino all’ospitalità rurale.
Abbiamo recuperato un’antica azienda vitivinicola alle pendici dell’Etna su terrazzamenti lavici abbandonati da più di 30 anni operando scelte volte principalmente a ridurre il nostro peso sull’ambiente.
Nel 2010, qualche anno dall’acquisto del fondo nasce l’azienda bioagricola Bagolaro pensata come un organismo vivente, in cui ogni funzione ed elemento componente dovesse integrarsi e collaborare per la sussistenza di un ecosistema di cui facesse parte anche l’uomo.
L’obiettivo principale è sempre stato una produzione di qualità in armonia con l’ambiente che ci ospita, questo ci ha guidato nelle SCELTE:
> Recupero del paesaggio volto all’aumento della biodiversità tramite l’attivazione di pratiche agricole orientate alla permacultura. Evitando le lavorazioni profonde del terreno, ripiantumando sia colture agricole che boschive il più autoctone possibile mirando alla protezione del suolo
> Riabilitazione delle strutture puntando al miglior efficientamento energetico dell’edificio, pur preservando la bontà del preesistente. Utilizzando materiali eco.compatibili, valorizzando tecniche tradizionali e maestranze locali, secondo la miglior esperienza della bioarchitettura cercando di creare filiere che stimolino una ricaduta sull’economia locale.
> Un’oculata gestione delle risorse ci consente di ridurre al minimo la nostra impronta ecologica, l’utilizzo del fotovoltaico e del solare termico ci rende praticamente autosufficienti e l‘impianto di fitodepurazione realizzato consente il totale riutilizzo delle acque bianche e grigie per l’irrigazione delle aree verdi.
>Un invaso di circa 100 mc raccogliendo l’acqua piovana dell’ intera area oltre che essere un biolago a beneficio dell’ecosistema ambientale costituisce una riserva di acqua da utilizzare per l’irrigazione estiva.
Dopo un'entusiasmante collaborazione con la natura:
Abbiamo completato la rifunzionalizzazione delle masserie preesistenti che sono diventate le guesthouse atte all’OSPITALITA’ RURALE e del vecchio palmento che rimane il centro e cuore dell’azienda utilizzato per la TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI e gli EVENTI CULTURALI E DI INTRATTENIMENTO
E' stato completato il recupero dei 4 ettari di agrumeto preesistente con una potatura di rinnovo che rinvigorirà la produzione di CLEMENTINE
E' entrato a regime la produzione dei 3,5 ettari di MELOGRANI
Siamo sempre alla ricerca di un optimum per un buon VINO NATURALE SENZA SOLFITI dai 2,5 ettari totalmente reimpiantati prediligendo la tradizionale tecnica ad alberello nelle varietà tipiche di nerello mascalese e cappuccio
I giovani ULIVI piantati a integrazione dei pochi trovati contribuiscono alla produzione del tipico OLIO NOCELLARA DELL’ETNA
I circa due ettari di FRUTTETO CUSTODE di varietà antiche e non, che recuperiamo dai contadini locali integrato da altri alberi sparsi nel fondo di varietà miste SUBTROPICALI negli anfratti più nascosti e protetti e di FRUTTA A GUSCIO più adatta alle zone semiboschive, ci proteggono nelle fasce a confine del fondo
Il progetto cardine che ci lega al Consorzio è la co-produzione di AVOCADO, che godendo di un esposizione della zona sulla costa molto favorevole alle colture subtropicali siamo fiduciosi che troveranno qui il posto ideale per dare buoni frutti.
Bagol’Area è un luogo per vivere, un centro divulgativo e ricreativo, noi lavoriamo affinchè questo sia un ambiente stimolante alla ricerca e sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e del pianeta; accogliamo idee e sosteniamo progetti.
La nostra sfida è provare che è possibile un insediamento umano alternativo all’aggregazione urbana sia in termini economici che sociali riscoprendo valori umani e ritrovando armonia ed equilibrio con l’ambiente che ci circonda.
La nostra ispirazione e motivazione viene dal luogo stesso prima violentato dall’agricoltura intensiva e poi abbandonato per piú di 30 anni; il filo conduttore è ripristinare un ecosistema locale che preveda la convivenza e la collaborazione di più specie viventi, uomo compreso.
Cinzia e Diego