Discussione aperta sulle Co-produzioni

resoconto della seduta del CdA del 20/04/2016

Riceviamo dal socio (e membro del CdA del Consorzio) Michele Russo questo resoconto della seduta del CdA del 20/04/2016

è un documento aperto ai vostri e ai nostri commenti ed integrazioni, una traccia di lavoro per proseguire nel progetto CO-PRODUZIONI

grazie per un'attenta lettura e partecipazione alla sua evoluzione


Discussione aperta sulle coproduzioni    


Ragionando su come impostare il lavoro mi rendo conto di cadere spesso in formalismi troppo legati a dinamiche di pensiero che spero questo progetto riesca a scardinare e ribaltare. Non verranno analizzati aspetti meramente legali e contemplate tutte le possibilità, ma si cercherà di analizzare delle ipotesi futuribili tenendo conto di quali sono gli attori di questa operazione. 

Lo scopo di questa discussione è iniziare a sviscerare in parte dei temi che si sono presentati durante il cda del 20/04. L’augurio è quello di integrare questa breve analisi con proposte, note e intuizioni da parte di tutti noi.

In accordo con quelle che sono state le criticità discusse in parte ieri si sceglie di dividere l'analisi in tre blocchi principali:


-TUTELA DELLE PARTI      1) produttori, 2) Consorzio, 3) consumatori 

1) Ritengo che la formula con cui si sta sviluppando il progetto metta il produttore nelle condizioni di essere tra le tre la parte che necessita di meno tutele.

L'unico aspetto che a lui si deve garantire è l'impegno da parte del consorzio di acquistare (meglio parlare di conferimento visto che si tratterà di soci o di futuri soci) la totalità della produzione a prezzi di listino, e che durante le fasi di sviluppo e crescita del nuovo impianto gli si conferisca il "know how" necessario e lo si accompagni con consulenze tecniche specifiche (dove necessario). 


2) Diversa è la posizione del Consorzio che si pone come intermediario (ci mette la faccia) tra i produttori e i consumatori.

A tal proposito si è stabilito che il produttore ha "l'obbligo" di conferire la totalità del prodotto al Consorzio (salvo casi specifici che potranno essere discussi e concordati dalle tre parti insieme?).

Ritengo opportuno che al momento della stesura del contratto il Consorzio diventi co-proprietario (è possibile?) del nuovo impianto così da impedire che un eventuale pignoramento o confisca o simili dei beni del produttore (speriamo di no) vada ad intaccare il fondo in questione.

Sarebbe forse opportuno che per i nuovi impianti vengano stipulate delle polizze multirischio, sebbene su queste ho molte perplessità in quanto le assicurazioni trovano sempre una scusa per non pagare…

Il fondo non potrà essere né venduto né convertito (per un periodo da stabilire).

Se cause di forza maggiore renderanno impossibile la tutela di questa garanzia (mi innamoro e mollo tutto, parto per il Venezuela) il Consorzio avrà un diritto di prelazione sull'acquisto del fondo (credo che il valore del fondo al verificarsi di questa ipotesi è da calcolare considerando il lavoro svolto dal Consorzio per l'incremento di valore del fondo stesso)

 

3) Ai consumatori verrà restituita in toto la quota anticipata per la realizzazione dei nuovi impianti ed a loro verrà garantita una prelazione in percentuale fino alla maturità dell'impianto e la totalità della produzione dell'impianto (se minore o uguale alle loro richieste) al momento dell'entrata in produzione dello.

I consumatori avranno la possibilità (come già succede per tutti gli altri impianti del resto) di venire a visitarli quando vogliono e a loro verrà consegnato un "bollettino" (ogni sei mesi?) con fotografie, stato di salute, sviluppo, etc. etc. per permettere loro di diventare un ingranaggio del lavoro da noi svolto e renderli più vicini a quelli che sono i tempi della natura. 


 -OBBLIGHI E CONDIVISIONE DELLE RESPONSABILITA' TRA LE PARTI

1) Il produttore ha l'obbligo di: produrre secondo metodi naturali (scontato?), conferire la totalità del prodotto al Consorzio, garantire la possibilità di visitare il fondo sia da parte di un tecnico nominato dal Consorzio che da parte dei consumatori in qualsiasi momento (previa preavviso e disponibilità del produttore), sottoscrivere statuto e regolamento del consorzio e promuovere quelle che sono le "buone pratiche" che caratterizzano il Consorzio in quanto realtà Solidale (questione spinosa, ma a mio avviso importante).


2) Il Consorzio si impegna a:

acquistare la totalità della produzione dei nuovi impianti, inoltre è opportuno che nella progettazione di nuovi impianti il Consorzio si impegni a dimensionare gli stessi riducendo al minimo la possibilità che si producano delle eccedenze.

fornire una consulenza specifica prima e dopo la messa a dimora delle piante, nonché consigliare il produttore sugli interventi specifici per la coltura in quel determinato contesto pedo-climatico

porsi come intermediario nell'acquisto delle piante e garantire la qualità fitosanitaria di queste e che i costi dell'operazione siano contenuti il più possibile nella realizzazione di un impianto a regola     d'arte.

Non si tratta di un vero e proprio "obbligo contrattuale", ma sarebbe opportuno che per ogni coltura il Consorzio fornisse ai consumatori una tabella riassuntiva con caratteristiche botaniche della coltura (fabbisogno, avversità), produzioni "stimate" annue, vita dell'impianto, costi di manutenzione etc. etc.

 

3) I consumatori sono tenuti a rispettare la aleatorietà delle produzioni dovuta a fenomeni climatici e a non "pretendere" che venga loro consegnato un prodotto senza "se e senza ma".

I consumatori sono invitati a venire di persona a visitare gli impianti, a condividere il lavoro con gli agricoltori, a mandare resoconti e feedback sulla qualità delle produzioni, a proporre su scala locale progetti simili con agricoltori locali. 

       


 SCENARI POSSIBILI PIU' O MENO APOCALITTICI

Riguardo all'ipotesi ciclone paventata ieri credo sia importante analizzare la possibilità che l'evento accada (speriamo mai) prima che il debito si sia estinto piuttosto che a debito completamente restituito.

Se è vero che nella seconda ipotesi è auspicabile un gesto di solidarietà da parte dei consumatori, è necessario stabilire a monte se a fronte di un debito non del tutto restituito parte di questo venga considerato come condivisione del rischio che corre un agricoltore ogni giorno, dove pochi minuti (le grandinate degli ultimi anni) possono compromettere la produzione dell'anno e quindi vanificare mesi di lavoro e sacrifici, se non al peggio devastare completamente un impianto più o meno giovane.

E' chiaro che danni dovuti a negligenza da parte del produttore verranno a lui imputati, ma mi auguro che la nascita di queste coproduzioni sensibilizzi i consumatori riguardo alla crescente imprevedibilità in agricoltura dovuta ai cambiamenti climatici (lo sanno quanto ha piovuto questo inverno in Sicilia?) e all'intensità di fenomeni sempre più catastrofici (e il diametro della grandine negli ultimi anni?) capaci di vanificare ANNI di lavoro


 CRITERI DI GIUDIZIO PER LA SCELTA DEI PRODUTTORI

Immagino che questa formula possa crescere molto e molto velocemente. E mi auguro che tantissime realtà socio-agricole promuovano progetti del genere.

Ma intanto, noi come scegliamo a quali produttori affidare questi nuovi impianti?

Premesso che i produttori dovranno essere in linea con gli ideali del Consorzio e che questo si riserva la possibilità di decidere se un produttore è affidabile o meno, propongo un elenco dicotomico per provare a stendere una linea guida. Qui è davvero fondamentale il vostro contribuito: 

        - realtà piccola / realtà grande  (definire piccolo e grande. 2ha? 3ha?)

        - socio / non socio (contestualmente futuro socio)

        - situazione economica stabile (più garanzie) / situazione economica precaria (ruolo sociale più forte)

        - azienda giovane / realtà consolidata

        - residenza in azienda (con auspicabile possibilità di ospitare) / residenza fuori dall'azienda

        - famiglie (più o meno riconosciute) / singoli

        - imprenditore agricolo / coltivatore diretto

        - terreno di proprietà / terreno non di proprietà (affitto, comodato etc. etc.)

        - terreno vocato / terreno da adattare alla coltura (analisi su cosa è facilmente modificabile, difficilmente modificabile, impossibile da modificare)

        - acqua di "proprietà" / acqua consortile

        - zone "pulite" / zone con intensa attività agricola convenzionale

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